venerdì 4 aprile 2008


Nicosia, capitale dell'isola di Cipro, simbolo della separazione etnica delle comunità greco-ortodosse e turco-musulmane. dopo 44 anni Ledra Street, una grossa arteria del centro, è stata riaperta al transito tra le due partizioni della città. iniziativa portata avanti e fortemente voluta da onu ed ue e che ha visto partecipare una considerevole quantità di ciprioti che si sono mossi verso il rispettivo confine. ma per motivi di sicurezza le due componenti non sono entrate in contatto tra loro. dopo qualche ora il confine è stato nuovamente richiuso in seguito ad una presunta violazione di un accordo da parte della polizia turco-cipriota. l'avvenimento ha comunque un'importanza storica rivelante. dal 1964, la gorizia mediterranea vive sotto un regime di separazione forzata tra due diverse autorità. la decisione di dividere in due la città fu presa in seguito agli scontri interetnici. dieci anni dopo, l'intera isola fu "splittata" tra le due diverse comunità conseguentemente al colpo di forza militare di istambul che inviò l'esercito in risposta al tentativo di colpo di stato greco nell'isola.
la speciale rappresentante delle nazioni unite a cipro, elizabeth spehar, è consapevole che l'apertura della strada non rappresenta certamente la soluzione della questione cipriota, "but it does give us a glimpse when all the elements come together." altro elemento di eneorme importanza riguarda lo spostamento delle pattuglie di confine turche oltre l'orizzonte di nicosia nord. a livello di immagine e sul piano emozionale, la distanza delle mitragliatrici dallo spazio urbano è il valore aggiunto all'apertura della strada, una distensione delle priorità di sicurezza e della necessità di controllare con la forza il mantenimento della status quo. in ultima analisi è il monito principale a dimostrazione che la cittadinanza cipriota ha sorpassato, rispetto alle rispettive autorità politiche, il senso di rivincita e di rancore e che sia ormai matura l'epoca di una riconciliazione senza ricorso alle mediazioni onu ma attraverso lo spontaneo e reciproco riconoscimento di appartenere alla stessa identica società che sino alle deformazioni della guerra fredda, dei nazionalismi, dei colonelli e delle necessità atlantiche, si nutriva dell'essenza di entrambe le componenti etniche, metabolizzando in positivo e non esternalizzando in negativo le differenze.

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