tornare a gorizia: un frammento
mosaici di sampietrini monotoni,dolci e morbidi come arterie ricche di sangue che scorrono su un corpo addormentato. un sole insolito è sorto e calato per parecchio tempo,fino a questi giorni, quando è tornata la nebbia. la nebbia che ha reso il giorno uguale alla notte. la ruggiada la mattina simile ai vetri infranti davanti all'aenigma. le cose che ti mancano, quelle che non ricordavi e gli istanti che non sapevi esistessero. le cose brutte, quelle che non ricordi e gli istanti che non sapevi di aver vissuto.
la valigia pesava molto meno rispetto al penultimo addio.
dicevo del sole, tiepido e lieve lungo le arterie di un corpo sdraiato che sonnecchia e sbadiglia a metà mattinata. e la normalità dei gesti, il cucchiaio che raccoglie le ultime dozzine di granelli di zucchero, la bambagia degli appunti, dei libri ed il via vai di discorsi abili ed agili.
è rimasto tutto come prima, tutto in ordine.
dicevo della nebbia e delle schegge di rugiada infrante sulle arterie di un corpo svenuto. l'estraniarsi della ragione a bordo di un vascello ubriaco. le carezze fraintese, la notte, i sogni feriti ed un frusciare di parole che cerca di fermare l'emorrargia con un tampone imbevuto di benzina. e le sigarette che inceneriscono sulle labra.
giovedì 28 febbraio 2008
tornare a gorizia
Pubblicato da @nto alle 9:12 PM
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
0 commenti:
Posta un commento